Pubblichiamo il testo della relazione presentata dalla Corte dei Conti alla Commissione Affari costituzionali del Senato con le osservazioni relative al testo del ddl AS 1577 di riforma della Pubblica Amministrazione presentato dal Governo Renzi. Di grande interesse le riflessioni condotte in ordine alle società partecipate, alla riorganizzazione dell’Amministrazione statale, della disciplina del lavoro e , soprattutto, della dirigenza pubblica. Alle pag 10 e seguenti sono presenti chiare riserve sul “nuovo regime” immaginato nel disegno di legge, in relazione soprattutto ai sistemi di valutazione, alla selezione e al ricambio della classe dirigenziale pubblica. Fra l’altro la Corte testualmente afferma (pag 10) che “L’abolizione della distinzione in fasce, l’ampliamento della platea degli interessati, la breve durata degli incarichi attribuiti, il rischio che il mancato conferimento di una funzione possa provocare la decadenza dal rapporto di lavoro, costituiscono un insieme di elementi che potrebbero sacrificare l’autonomia dei dirigenti”.
Il concetto di autonomia della dirigenza, più volte richiamato in questo sito (vedi) rimane purtroppo relegato a livello di dibattito fra iniziati, condizionato tuttavia dall’attacco ai “privilegi” della dirigenza pubblica condotto dagli organi d’informazione. Solo l’introduzione di una vera prassi della valutazione seria della dirigenza potrà spostare l’attenzione dei più dall’idea del “privilegio” a quella di risorsa fondamentale di interesse pubblico e collettivo rappresentata dall’autonomia dei dirigenti pubblici (vedi qui sui rapporti fra produttività delle pubbliche amministrazioni e il giudizio dei cittadini).