Non solo il petrolio: l’acqua del Tigri e dell’Eufrate al centro della guerra contro l’ISIS

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Il Tigri e l’Eufrate nascono dalle montagne della Turchia orientale, procedono nei territori della Siria e dell’Iraq e si uniscono presso la città di Bassora con il nome di Shatt al Arab che sfocia nel Golfo Persico. La loro portata complessiva d’acqua é equivalente a quella del Nilo e il sistema di dighe realizzato in Turchia nello scorso decennio era già stato origine di forti dispute con le confinanti Siria ed Iraq – per non parlare del territorio curdo anch’esso attraversato dall’acqua di questi fiumi (Vedi qui articolo de L’Avvenire del 2009).

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Consultando la cartina interattiva pubblicata dal Corrieredellasera.it  (clicca qui) si può facilmente vedere come tutti i luoghi simbolo toccati da questa guerra-ginepraio (Mosul, Rakka, Kobane, Tikrit, Falluja) sono posti sugli argini di questi due fiumi o nelle loro vicinanze. Non solo: i territori conquistati dalle forze dell’ISIS sono tutti sul percorso del Tigri e dell’Eufrate.

Un articolo di Francesco Ventura, pubblicato sulla Rivista LIMES, spiega bene come era la situazione del controllo dell’acqua a fine 2014 (clicca qui), mentre un aggiornamento recentissimo del Corriere della Sera  spiega, fra l’altro, come si stiano muovendo sul campo USA e Russia e come, giocando sulla loro rivalità, le milizie curde collocate al nord della Siria stiano progressivamente conquistando molte posizioni (clicca qui).