A proposito dei circa 6,8 milioni di lavoratori precari nel nostro Paese ci piace ricordare (con rabbia) le teorie strombazzate nei passati anni ’90, in tempi di clintonismo imperante, che inneggiavano alla “mobilità del lavoro” e all’idea che lasciare un lavoro per trovarne un altro fosse la prospettiva di vita lavorativa del futuro. Da quel pensiero diffuso derivarono le disposizioni di legge che smontarono in Italia una dimensione lavorativa basata fino allora sui rapporti a tempo indeterminato. Continua a leggere