Funzioni non svolte e attività reali dei gabinetti ministeriali – Antonio Zucaro

anto zucaro

“Un saggio di Antonio Zucaro sulle attività ed interessi reali gestiti nei Gabinetti ministeriali. La sconfortante disamina dell'”ora e adesso” lascia chiaramente trapelare tutto ciò che le cabine di regia dell’Amministrazione pubblica italiana non vogliono e non sono capaci di fare. La pur indispensabile strumentazione giuridica viene usata ed abusata per stravolgere quello che sarebbe il vero ruolo dei Gabinetti: non di semplici produttori di proposte di legge e di direttive, ma, da un canto, primi responsabili dell’analisi di fattibilità delle disposizioni di legge predisposte per i Ministri attraverso tecniche di AIR, d’altro canto, responsabili finali dell’applicazione di quelle politiche pubbliche che il Parlamento dispone per il Paese. Nulla di tutto questo, in una continua indigestione di trucchetti giuridici, codicilli e interpretazioni “ad usum delphini.

Antonio ZUCARO – Gabinetti ministeriali: il cambiamento necessario.

 

 

Quale 2013 per le Pubbliche Amministrazioni

La sfida del fiscal compact inizia con l’anno ora in corso. Il ruolo e i compiti delle Pubbliche Amministrazioni.

QUESTO SITO, QUEST’ANNO

L’ anno appena iniziato sarà un anno di svolta, forse decisivo per le sorti del Paese. Ci sarà un nuovo Parlamento, una nuova maggioranza politica, un nuovo Governo. Quel che ci preme evidenziare è che sarà un anno di svolta anche per la riforma amministrativa. Necessariamente,  perché siamo obbligati a ciò dagli impegni assunti in Europa e dalla conseguente legge costituzionale n. 1 del 2012, sull’ equilibrio di Bilancio. A questa si è aggiunta la “ legge rinforzata “ di attuazione della medesima, approvata in via definitiva al Senato il 20 dicembre, senza particolari discussioni e nella totale indifferenza della stampa.

Secondo queste leggi, tutte le Amministrazioni, centrali e locali, devono assicurare l’ equilibrio di bilancio, ovvero che il saldo strutturale tra entrate e uscite, al netto di eventuali misure straordinarie necessarie a correggere gli effetti del ciclo, corrisponda ai criteri definiti in sede di Unione Europea. In sostanza, significa che dal 2013 i bilanci di tutte le PP.AA. dovranno essere, più o meno, in pareggio; inoltre, che dal 2015 dovremo cominciare a ridurre lo stock del nostro debito pubblico con l’ obiettivo di portarlo al 60 % del P.I.L., in venti anni. Il debito, oggi, è di circa 1982 mld di €, pari al 126 % del P.I.L. ( circa 1572 mld. ).

Continua a leggere

Convegno ItalianiEuropei: “Corruzione un problema culturale?”

Poete seguire i video del convegno organizzato dalla Fondazione Italiani Europei a questo link http://www.italianieuropei.it/it/video.html . All’incontro che si è svolto il 12 marzo 2012 a Roma, sono intervenuti: Giovanni Bianconi, Roberto Garofoli, Nello Rossi, Michele Vietti, Filippo Patroni Griffi, Massimo D’Alema.

Audizione del Ministro Filippo Patroni Griffi alla Commissione lavoro

In allegato potete leggere il testo integrale dell’audizione del 5 dicembre 2012 del Ministro Patroni Griffi alla Commissione lavoro della Camera  su: procedure di gestione degli esuberi nella PA, partecipazione sindacale, situazione dei precari nella PA. Clicca sul’allegato.

nasce eticaPA

Vogliamo essere la comunità della Pubblica Amministrazione, una comunità al servizio del cittadino, che lavora al bene comune del Paese.

—–

Siamo un gruppo di funzionari e dirigenti della PA che pongono al centro del loro operato il bene del Paese. Noi vediamo il lavoro nella Pubblica Amministrazione come un servizio per i cittadini e con questa iniziativa vogliamo renderne partecipi tutti.

ADERISCI COMPILANDO LA SCHEDA ADESIONE 

UNA NUOVA ETICA PUBBLICA PER LA RIFORMA DELLA POLITICA

La vita pubblica italiana, oggi, è corrosa dalla distorsione di ogni forma di potere pubblico dalla realizzazione dei fini istituzionali agli scopi particolari del detentore di quel potere.

Questa distorsione, nel nostro Paese, ha raggiunto dimensioni intollerabili. In tutti i Paesi civili le classi dirigenti perseguono, oltre agli interessi generali, anche il proprio interesse, individuale, di parte o di ceto, se non altro a restare al potere. In Italia, però, si è verificato un ribaltamento: gli scopi particolari diventano sempre più importanti e visibili rispetto ai fini istituzionali, ovvero agli interessi generali del Paese. Dai conflitti di interesse al voto di scambio, dalle leggi ad personam alla proliferazione di cariche, elettive e non, dallo spoils system alle assunzioni clientelari fino allo spionaggio privato di pezzi dei servizi segreti. Questa distorsione, infatti, investe tutti: i partiti, le istituzioni rappresentative, gli organi di governo, gli apparati dello Stato, le amministrazioni pubbliche.

E’ necessario, perciò, assumere come obiettivo esplicito di una riforma della politica la riconduzione dei poteri pubblici ai loro fini istituzionali, ovvero al perseguimento degli interessi generali, secondo il principio costituzionale del buon andamento, ovvero di un rapporto razionale tra mezzi e fini. Sapendo che i fini sono le condizioni del vivere civile: la sanità, la sicurezza, l’ istruzione, la giustizia, lo sviluppo e i mezzi sono risorse economiche, per definizione limitate.

La politica deve tornare a produrre sintesi, superando la mera intermediazione tra gli interessi particolari, con un ceto politico ridotto a corporazione tra le corporazioni. Occorre tornare a ricostruire, partendo dagli interessi particolari, un tessuto comune di valori ed interessi più ampi; certo, in un mondo in rapida evoluzione, le sintesi saranno comunque parziali e transitorie, ma non si può rinunciare al lavoro continuo, a tutti i livelli, per mantenere e ricostruire i punti d’appoggio e le linee di sviluppo del vivere civile. Contrastando la frammentazione, i particolarismi, le contrapposizioni identitarie, gli egoismi corporativi e localistici, arrivando a produrre le decisioni necessarie nei tempi utili. Una politica che diventi governo, a tutti i livelli, ed un governo che si faccia Stato.

La riforma della politica è necessariamente collegata alla riforma delle pubbliche amministrazioni. Né c’è riforma dell’ amministrazione senza riforma della politica. Nonostante la distinzione di legge, che affida alla politica gli indirizzi ed alla amministrazione la gestione, le due sfere sono strettamente connesse e soprattutto, oggi, sono complici nella logica dell’ autoreferenzialità, ovvero dell’ uso del potere per i propri scopi particolari. Le amministrazioni pubbliche sono state investite da un processo di riforma che continua da quindici anni senza produrre risultati di rilievo, perché è mancata la riforma della politica e dunque si è rafforzata, e non indebolita, la logica dell’ autoreferenzialità. L’ indirizzo della privatizzazione, aumentando la discrezionalità e riducendo regole e controlli, ha aperto nuovi, vasti spazi all’ uso distorto del potere pubblico. Dalla proliferazione di società “ private “ controllate da Enti ed istituzioni pubbliche, alla crescita abnorme delle consulenze, fino allo spoils system per ogni posto e funzione dirigenziale, comprese quelle più tecniche, come i primari ospedalieri. In questo quadro, la contrattazione collettiva per il personale delle pubbliche amministrazioni, comunque non soggette alla verifica del mercato, è rimasta, nella sostanza, uno scambio consociativo tra politica e sindacati, di consenso elettorale dei dipendenti a fronte della concessione di miglioramenti retributivi e normativi, con pochi effetti sul buon andamento delle amministrazioni.

Il primo fondamento della riforma della politica deve essere una nuova etica pubblica.

Continua a leggere