Massimo Severo Giannini, studioso di chiarissima fama (vedi qui il ricordo di Sabino Cassese al momento della sua morte), fu Ministro per la funzione pubblica nei Governi Cossiga. Il 16 novembre 1979 trasmise alle Camere l’indimenticato “Rapporto sui principali problemi della Amministrazione dello Stato“. La forza e l’importanza di quel rapporto sta nei concetti originali lì contenuti: innesto nella pa di modelli di gestione di tipo privato, concetto di pianificazione e controllo, indicatori di produttività, unificazione delle metodologie di misurazione, uffici di organizzazione. In altri termini, lì c’è il seme di una serie di filoni di riformismo che poi sono stati ripresi in mille occasioni dai tentativi di riforma successivi. Ma nel progetto Giannini c’era molto di più: c’era la proposta di costituzione di 12 commissioni di studio, ciascuna delle quali avrebbe avuto il compito di seguire nel concreto le prospettive strategiche individuate nel rapporto e di portarle a concreta attuazione. Gli esiti del suo progetto? Eccoli: solo un anno dopo, in occasione della crisi del secondo Governo Cossiga, Bettino Craxi, pur essendo Giannini stato precedentemente compreso fra i ministri di area socialista, non lo indicò come candidato ministeriale nel successivo Governo Forlani (18 ott 1980), né tantomeno lo nominò nei successivi Governi da lui presieduti (1983- 1987). Le carte e i progetti della “riforma Giannini” si persero in qualche oscuro cassetto.
Riportiamo qui la lettera riservata che Giannini scrisse a Craxi in occasione del suo siluramento da Ministro della funzione pubblica: “Caro Craxi, da ieri sono tornato ai miei otia et negotia, dei quali sei l’autore. Due domande da farti. Primo: nei Paesi civili, quando si vuole dimissionare una persona, c’è l’uso di avvertirla in tempo utile, se non altro per assicurare la continuità dei servizi. Secondo: ti degnerai di spiegarmi perché hai rinunciato alla funzione pubblica, che pur ti era offerta dalla Dc […], a favore di quattro ministeri periferici […]. Che cosa è accaduto? Un errore di prospettiva? O un nuovo episodio dell’antica carenza del socialismo italiano in ordine ai problemi concreti del pubblico potere? O forse un tuo calcolo recondito?”.
Domande senza risposta…..che giustificano appieno il giudizio di Guido MELIS sulla storia riforme della pa dall’unità d’Italia: “il riformismo amministrativo in Italia: una storia di vinti” (vedi qui)
Rapporto Giannini – 16 novembre 1979 –