In un momento di forte turbolenza quale quello presente, in cui le esigenze “di comunicazione” inducono ad affermazioni incaute in ordine al regime della dirigenza pubblica, ci pare il caso di ripubblicare le Sentenze storiche n 103 e 104 del 2007 della Corte costituzionale in ordine al tema dirigenza/spoils system/politica. Una politica debole e incapace di gestire le proprie lentezze si illude che la risoluzione dei propri mali possa essere affidata alla precarizzazione del regime della dirigenza. Dimenticando così che la funzione della burocrazia consiste nella traduzione in atti gestionali delle direttive politiche dentro un quadro di riferimento di stabilità, ordine, garanzia di imparzialità e buon andamento.
Tutelare il regime pubblicistico della dirigenza non significa difendere ottusamente privilegi di casta, ma salvaguardare uno dei sistemi di regole posto a tutela della democrazia. Politici e grande stampa confondono, più o meno volutamente – ma sempre colpevolmente – l’altissima burocrazia ministeriale, composta in maggioranza non da dirigenti di carriera, ma da giudici amministrativi, con la gran massa della dirigenza pubblica, i cui margini di autonomia nell’esercizio delle funzioni sono da sempre scarsi e facilmente condizionabili a livello ora politico, ora sindacale. Tali margini di autonomia vanno semmai accresciuti, non certo depotenziati. Chi vuole destrutturare la natura pubblica delle funzioni dirigenziali non lavora per il bene del Paese.
SENTENZA N 103 DEL 23 MARZO 2007 – redattore QUARANTA
SENTENZA N 104 DEL 23 MARZO 2007 – redattore CASSESE
Pubblichiamo infine, un interessante riassunto della questione “politica e regime della dirigenza pubblica” a cura di M. A. NOCE aggiornato alle disposizioni del d lgs 150/09.
NOCE – Gli incarichi dirigenziali e il principio di imparzialità