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Pubblichiamo la bozza di disegno di legge costituzionale in via di presentazione al Parlamento.
Linee direttrici:
- Abolizione del Senato ed istituzione dell’Assemblea delle autonomie, rappresentativa delle istituzioni territoriali;
- Abolizione delle province;
- Abolizione del CNEL – Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro;
- Revisione del titolo V della Costituzione, con eliminazione della legislazione concorrente, attribuzione allo Stato della normazione di materie esplicitamente e tassativamente indicate e attribuzione alle Regioni della “potestà legislativa in riferimento ad ogni materia e funzione non espressamente riservata alla legislazione dello Stato”.
Ad un prima lettura dell’articolo 117 balzano agli occhi, per le materie strettamente attinenti alla pubblica amministrazione, i seguenti aspetti: 1) la tutela della salute non é attribuita alla legislazione statale (che mantiene tuttavia la legislazione sui “livelli essenziali delle prestazioni” – lett m); 2) protezione civile, commercio con l’estero, trasporti, turismo energia alla legislazione statale – lett u) v) z); 3) coordinamento della finanza pubblica e sistema tributario alla legislazione statale – lett e); 4) norme generali sul procedimento amministrativo e disciplina giuridica del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche alla legislazione statale – lett g).
Saluteremo con particolare favore proprio quest’ultima disposizione costituzionale che consentirebbe alla legislazione statale di regolare uniformemente qualunque riforma della Pa, evitandosi così ciò che si verifica attualmente: le disposizioni delle varie leggi 165, 150, “spending review” e simili, nei confronti delle autonomie locali, hanno valore di “determinazione dei principi generali”, con il risultato effettivo che l’applicazione concreta di tali leggi si concretizza sempre solo sulle Amministrazioni statali e sugli Enti pubblici non economici, lasciando fuori dal perimetro riformatore la gran parte delle pubbliche amministrazioni italiane.