Ci sembra opportuno segnalare con evidenza il pensiero del Direttore del Sole 24 ore, Roberto Napoletano, sulla Burocrazia nel nostro Paese. Il suo giudizio è impietoso ed é stato espresso ai partecipanti al Convegno di Cernobbio lo scorso agosto: “L’Italia va liberata dal ricatto della burocrazia”. Per coloro i quali, come noi e come la maggioranza degli operatori pubblici, hanno sempre interpretato il loro ruolo nella Pubblica Amministrazione come servizio al Paese, questo giudizio non solo risulta ingiusto e sbagliato, ma rappresenta l’esito finale di un corto circuito in corso fra “burocrazia” e collettività. Ci sollecita, tuttavia, ad uscire da una posizione “non protagonista” dei processi di riforma.
E’ necessaria – ed è questo il compito che si è data la nostra Associazione, questo sito e la Rivista che curiamo – una capacità di proposta e di interlocuzione autonoma della dirigenza pubblica in ordine al funzionamento delle Pubbliche Amministrazioni; pena la facile, troppo facile, scoperta di un “colpevole designato” in un deficit di iniziative che vede incagliato soprattutto il soggetto a cui i cittadini affidano la titolarità dei processi riformatori: la classe politica. Non si tratta, per quello che ci riguarda, di rinviare la “pallina” delle responsabilità dall’altra parte del campo. Tutt’altro: è piuttosto una richiesta di coinvolgimento e corresponsabilità nelle riforme – sia nella fase di proposizione che nella fase di attuazione – che la politica ha sempre cercato di evitare. La politica ha sempre inteso assegnare i compiti a casa alla dirigenza; mai è riuscita a sollecitare e indurre l’emersione del merito, cioè delle persone migliori, come naturali alleati di un realizzabile obiettivo di riforma del sistema.
Editoriale dell’8 settembre 2013 di Roberto Napoletano
Dichiarazioni di Roberto Napoletano al Convegno di Cernobbio 2013.