Lo scandalo “Formigoni”, scolorito ormai nella memoria comune, non ha fornito, come la maggior parte degli scandali urlati di questi anni, alcun elemento solido di riflessione sul funzionamento della macchina amministrativa nel nostro Paese. Ciò forse dipende dall’indugiare dell’attenzione su elementi di colore e dalla scarso interesse ad indagare su elementi di sistema. Il collage di articoli che viene presentato qui sotto cerca di evidenziare (anche “fisicamente” con un evidenziazione in giallo) fattori strutturali quali entità del danaro pubblico coinvolto e i flussi: in altri termini il modo in cui con atti amministrativi adottati da una pubblica amministrazione si promuovono e strutturano gli affari di soggetti privati. E’ illuminate anche l’intreccio fra amministrazione e politica dei vari protagonisti. Non emerge per nulla, il ruolo di eccellenza della Fondazione Salvatore Maugeri, Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) che opera nelle aree della tutela della salute, dell’ambiente di lavoro e della medicina riabilitativa, si avvale di oltre 50 laboratori scientifici e la cui sede principale è a Pavia e gli altri istituti sono distribuiti fra Lombardia, Piemonte, Liguria, Campania e Puglia. Nè emerge, infine, il profilo sostanziale dei due intermediatori d’affari Pierangelo Daccò (su costui viene solo ritagliata la caricatura del nababbo, buona solo per i gonzi) e Antonio Simone -quest’ultimo consustanziale al movimento popolare di Comunione e Liberazione: abbiamo lasciato l’ultima parola a lui, nell’intervista che gli fece “la Stampa” a due giorni dalla scarcerazione senza aver reso alcuna confessione….Non c’è solo Primo Greganti del PCI nella storia degli scandali d’Italia!!!
Un’ultima domanda, niente affatto provocatoria: un efficiente sistema di anticorruzione avrebbe evitato tutto questo?
Inizio indagini ed arresti aprile 2012
200 milioni alla Fondazione Maugeri