Pubblichiamo questo scritto di Walter Tocci sulla controversa situazione dell’ATAC perché ci sembra assumere, nella confusione attuale, un valore emblematico rispetto ad alcune questioni cruciali.
La prima è quella di merito, sulla crisi dell’ATAC, sul concordato preventivo, sulle prospettive di soluzione nel quadro più generale delle problematiche della mobilità della regione Lazio. Per questa rinviamo ai contenuti dello scritto, che in larga parte condividiamo.
La seconda è di indirizzo generale, perché lo scritto dimostra come la crisi di un apparato pubblico si può risolvere solo con un rafforzamento ed una riqualificazione dell’apparato stesso, che lo metta in grado di gestire le complessità di sua competenza anche utilizzando operatori privati presenti sul mercato. A condizione che la politica ritrovi competenza, lucidità e capacità di governo, sottraendosi alla subalternità, subita o ricercata, rispetto ai grandi interessi privati.
La terza questione attiene all’ utilità dell’istituto referendario per affrontare e dirimere problemi tanto complessi. Non basta un Si od un No ad un quesito, peraltro di ambigua formulazione, neppure per indicare con sufficiente chiarezza una direzione di marcia. Quando e se il referendum si terrà, una eventuale vittoria del SI verrebbe considerata una vittoria della linea della “privatizzazione“ dei servizi pubblici, sulla quale la posizione di Nuova Etica Pubblica è ben nota a chi ci legge. In ogni caso è ben difficile che possa condurre, con l’attuale direzione politica di Roma Capitale, alle soluzioni di merito indicate da Walter Tocci.
La crisi dell’ATAC, le scelte sbagliate le soluzioni possibili